OTTANTOTTO GIORNI PER NASCERE. QUANTI PER MORIRE?

2 Giu 2018 | 0 commenti

 

 

OTTANTOTTO GIORNI PER NASCERE, OTTANTOTTO PER MORIRE?- LA STRADA PER IL NUOVO GOVERNO E’ TUTTA IN SALITA- QUALCUNO LO SOFFOCHERA’ NELLA CULLA O AVRA’ ALMENO IL TEMPO DI CONSUMARE LA POCA BENZINA? COSI’ LA PENSA GEPPETTO  

 

Per il neo presidente del Consiglio Conte, durerà meno di cento giorni la luna di miele che accompagna di solito l’avvio di un governo.

Lo sconosciuto professore di diritto privato potrebbe essere una sorpresa, se non fosse stretto fra due vice che già guardano in direzioni diverse. Di Maio, a rabberciare il traballante piedistallo su cui Grillo lo mantiene in mancanza di alternative; Salvini, per cannibalizzare quel che resta di Forza Italia.

Nei prossimi giorni non dovremo guardare più i mercati per misurare la salute del governo: Trump, con l’accordo dei fondi di investimento americani, continuerà a darci una mano, rastrellando i bot emessi dal Tesoro. Un’Italia debole o a gambe all’aria è una prospettiva, evidentemente, meno allettante di una Germania intransigente, o di un Macron che segue sulla scia, come un rimorchiatore la nave ammiraglia.

Immagine tratta dal sito Dagospia

Questo è un governo che, più presto che tardi, si farà male da sé. Non tanto per l’inesperienza (almeno Salvini non è certo di primo pelo), ma perché non potrà contare sul solido terreno di una visione riformista, cioè di un’agenda di cose praticabili e compatibili. Si nasce e ci si ingrossa con l’incitamento delle piazze, ma si governa bene solo in solitudine, perché governare vuole dire scontentare.   

Un’agenda di governo, per non essere un libro di sogni, deve avere almeno due caratteristiche: l’indicazione delle priorità e i mezzi per realizzarle. Il famoso “contratto”, purtroppo, non ha né l’una né l’altra.

Carlo Cottarelli, paziente,irreprensibile e fugace presidente incaricato.

Si potrebbero fare alcuni esempi, affinché ciò non sembri una affermazione prevenuta. Ma i giornali ne hanno parlato in lungo e in largo e finirei per annoiarvi. Basti dire che nelle 57 pagine, nei 30 paragrafi scritti con una prosa incerta e burocratica, compaiono solo 3 (dico tre) cifre: i 780 euro del famoso reddito di cittadinanza, i 3000 euro di detrazione fiscale per le famiglie, i 5000 euro delle pensioni d’oro (netti precisano). Stop. Il buon Cottarelli dell’Osservatorio sui conti pubblici italiani deve essersi scompisciato leggendo il testo, lui abituato a maneggiare numeri e bilanci pubblici. Secondo Cottarelli il contratto di governo tra Lega e Movimento 5 Stelle ha costi compresi tra 108,7 e 125,7 miliardi, mentre le coperture indicate ammontano a 550 milioni di euro. La conclusione amara è la seguente: Di Maio e Salvini hanno fatto la lista della spesa, ma non hanno soldi, non dicono come intendono reperirli, né si sa da dove vorranno iniziare.

E pur vero che i programmi politici si fanno e poi si chiudono in un cassetto, almeno qui da noi. Sarà per questo che i due capi politici hanno voluto sottoscrivere il “contratto” con autentica notarile. Tanto per fidarsi. Anche Salvini l’aveva chiesto a Berlusconi, come patto di fedeltà. Abbiamo visto com’è andata. Uno al governo, l’altro all’opposizione.

Eppure un bilancio occorrerà farlo e subito, anche perché si preannuncia una manovra correttiva sui conti 2018 di circa 5 miliardi. Giustamente scriveva il Sole 24 Ore: “In politica quello fra numeri e parole è sempre un rapporto complicato, e il «contratto di governo» chiuso da M5 S e Lega è un documento politico e non una manovra di bilancio. Per tradurlo in pratica, … servono però decreti e leggi di bilancio, con tanto di «bollinatura» da parte della Ragioneria generale. E qui gli affari si complicano.”

Non serve il bollino, invece, per altre cose che non costano, come la legge sul conflitto di interessi, le manette agli evasori, la lotta alla corruzione. I lumbard salviniani o  i ceti parassitari del Sud di Di Maio, lo consentiranno?

In altri punti del contratto, di chiara ispirazione leghista, si intende mettere mano ai diritti civili, al diritto di famiglia, ai vaccini, agli asili nido, alla difesa personale. Se questo disegno restauratore fosse attuato sarebbe un ritorno al passato, con la cancellazione dei numerosi provvedimenti che sono stati fiori all’occhiello dei governi Renzi e Gentiloni. 

Non resta che aspettare, solo allora potremmo capire il profilo culturale di questo governo, e se definirlo di cambiamento o di restaurazione, se ce ne darà il tempo.

 

Alcune delle foto sono tratte dl sito Dagospia. com, che si ringrazia.

 

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