OLTRE IL CRISTIANESIMO?

23 Ott 2025 | 0 commenti

E’ quanto si legge nel blog di Marco Vannini, un teologo professore universitario di Firenze. Pagine ricchie di rimandi, punteggiate di tesi che possono apparire eretiche, che lo studioso a sviluppato negli anni attraverso una serie copiosa di scritti, puntalmente richiamati sul blog. I titoli stessi danno la misura del taglio col quale Vannini ha indagato i rapporti fra filosofia e teologia, fra il Cristianesimo e le altre religioni. Fra tutti: Non c’è più religione? Le risposte di un filosofo; Oltre il Cristianesimo; Religione della ragione.

Roberta De Monticelli nella prefazione de Non c’è più religione si pone le stesse domande di Vannini: “perché le chiese si svuotano? E per quale motivo, invece, fioriscono i corsi di meditazione e mille discipline che pretendono di avere un rapporto con lo spirito? Che cosa cercano i nostri contemporanei? Perché le religioni ufficiali non sembrano capaci di intercettarne i bisogni?”

La tesi di fondo di Vannini è che “non è entrata in crisi la fede, ma la credenza, cioè quell’insieme di contenuti su cui si basa l’apparato dogmatico delle religioni. La sete di assoluto è sempre viva e solo la conoscenza del fondo dell’anima è in grado di soddisfarla. Il vangelo non ha niente che vedere con la mitologia biblica – falsità nate per creare una comunità, religione dell’alterità di Dio – con la teologia paolina della redenzione, o comunque con le teologie, frutto dell’immaginazione. Il vangelo non è una mitologia, ma una Religione della ragione  non un illusorio sapere, ma un essere.

La stessa fede cristiana esige perciò una profonda riforma ( Tesi per una riforma religiosa). Si deve comprendere, all’interno stesso del cristianesimo storico, cosa sia l’essenziale, ed andare così verso una religione universale, in certo modo Oltre il cristianesimo, Questo libro “nasce dall’idea che il cristianesimo sia per un certo verso alla fine, ma per un altro al suo inizio. Sia alla fine in quanto religione — tradizionale, per l’insostenibilità della mitologia biblica che si porta dietro, ma all’inizio in quanto religione vera perché vera filosofia.”

“Oltre che fra i più eminenti studiosi della tradizione spirituale cristiana Vanini da tempo coniuga nei suoi scritti la mistica occidentale con quella orientale. “”Da Meister Eckhart al brahmanesimo e al buddhismo, per giungere a quello straordinario monaco cristiano-hindu che fu Henri Le Saux – Abhishiktananda, si compone così il quadro concettuale di un ardito viaggio nel profondo dell’anima. L’ “uomo distaccato” del misticismo radicale di Eckhart, che ama veramente perché diviene l’amore stesso, si incontra con l’assenza di fine del Buddha, inverando il messaggio cristiano della rinuncia all’ego e alle sue menzogne, al di là di ogni fideismo, di ogni religiosità o dottrina del Libro. La guarigione dall’ansia, dal dolore del vivere, suggerisce Vannini, è frutto dell’apertura all’unico mistero dell’Essere, alla sola realtà: quella dello Spirito, che, nella sua eternità, governa la corretta visione del presente. La fedeltà al messaggio cristiano significa quindi andare oltre lo stesso cristianesimo nei suoi condizionamenti storico-ideologici, superando l’ego e la sua tirannia e riscoprendo in se stessi, come indicava San Paolo, lo spirito di Cristo e la sua beatitudine.”

Il pensiero di Vannini è riassunto nelle tesi presenti nel libro, ognuna delle quali andrebbe discussa e approfondita, sulle quali parecchi lettori magari non sono d’accordo, ma che ci sia il bisogno di uno sguardo nuovo e coraggioso attorno ai destini spirituali dell’uomo non ci può essere divergenza.

LE TESI

  1. La realtà è una sola: Dio, la luce eterna — e questa stessa noi siamo.
  2. La conoscenza di Dio è la conoscenza di noi stessi, la scoperta del «fondo dell’anima».
  3. La conoscenza di Dio non è conoscenza di altro, ma un essere la cosa stessa: Dio.
  4. Il cammino della conoscenza è il distacco.
  5. Il distacco è distacco da se stesso, ovvero il toglier via l’appropriatività (Eigenschaft).
  6. Nel distacco si genera il Lògos, lo spirito: movimento continuo dall’Uno al molteplice e dal molteplice all’Uno.
  7. Il distacco è distacco anche dal Dio determinato, che è un idolo — ossia un’immagine corrispondente alla nostra psiche.
  8. Il Dio vero non è Dio (Gott), ma la Divinità (Gottheit), non determinata in alcun modo, puro nulla, dappertutto e in nessun luogo, al di là di ogni opposizione.
  9. Dio opera senza mediazione alcuna: sempre e senza mediazione fluisce nell’uomo distaccato la luce divina.
  10. La fede non è una credenza: la credenza è superstizione. La fede è conoscenza dello spirito nello spirito.
  11. La fede distrugge tutte le credenze, di cui vede la radice menzognera, a servizio dell’egoità.
  12. La luce appare dopo la morte dell’anima, ovvero il toglier via lo psicologico.
  13. La psiche è volontà appropriativa, fonte continua di menzogna e dolore.
  14. Tolto lo psicologico, compare lo spirito, sintesi di intelligenza e amore, natura vera dell’uomo.
  15. Lo spirito è l’assoluto nel presente, «senza perché», ove niente di proprio si cerca.
  16. Solo nello spirito è giustizia.
  17. Lo spirito è la ragione dispiegata, al di sopra dei contrari.
  18. Lo spirito non deve diventare sostanza, e perciò occorre anche una «morte dello spirito».
  19. Spenta la volontà propria, questo mondo è un paradiso.
  20. Nell’uomo distaccato è Dio che vive: l’uomo «soffre Dio».
  21. La preghiera come richiesta è idolatria e bestemmia, che fa di Dio un «perché».
  22. Nella povertà dello spirito — niente volere, niente sapere, niente avere — si ritrova l’essenza eterna del­l’uomo, nell’Uno semplice che precede ogni molte­plice.
  23. L’uomo umile è uomo divino. Nell’umiltà soltanto, che è il distacco, si pensa e si è.
  24. L’uomo distaccato, uomo nobile, è lo stesso Cristo.
  25. XXV — La grazia è distacco, soprattutto dalla religione, intesa come legame a un Dio determinato.
  26. XXVI — Diventare Dio è diventare ciò che veramente siamo, sparita la superficiale volontà appropriativa.
  27. II nostro vero essere è occultato dal sociale — il grosso animale platonico — e dal senso di colpa.
  28. La volontà propria è il nemico, l’«antico avversario» che deve essere sconfitto.
  29. Non v’è un io, non v’è una «persona»: queste sono menzogne, create dall’ Eigenschaft.
  30. Similmente, Dio non è persona, ma al di là della distinzione personale-impersonale.
  31. Tutte le creature sono un solo essere. Tutte le cose sono una sola in Dio.
  32. Non v’è il male. Il pensiero del male è un non-pen­siero.
  33. La distinzione bene-male è essa stessa il due, il ma­le (dys), ovvero l’appropriatività affermativa.
  34. Le opere non ci fanno buoni, ma noi facciamo buo­ne le opere, nel distacco.
  35. La psicologia senza spirito è alienante.
  36. La salute dell’anima è nella scomparsa dell’egoismo «personale».
  37. Chi odia l’anima nel suo essere psichico, la trova co­me pura luce in se stessa.
  38. Dio come altro c’è perché c’è una volontà propria, cui serve.
  39. Le religioni dis-criminanti sono alienanti, blasfeme, atee.
  40. Le teologie sono menzogne.
  41. La conoscenza di Dio toglie via ogni altra conoscenza ed essere.
  42. La Bibbia, presa nel suo complesso, è la madre della superstizione, dell’alienazione religiosa e dell’idola­tria.
  43. Il Dio biblico è un ente per i peccatori, a servizio dell’appropriatività.
  44.  Il dualismo si regge sul mito della creazione, le cui conseguenze sono devastanti.
  45. Profezie, messianismo, escatologie sono ideologie alienanti.
  46. Il mondo cristiano vive nella lacerazione di una «rivelazione» cui non crede più, e perciò non ha più verità. Così tutta la vita morale e civile è scontorta e corrotta.
  47. Il buddismo comprende l’insussistenza dell’io, e l’unità di tutti gli esseri.
  48. Il buddismo comprende la natura relazionale di tutti gli esseri.
  49. Il buddismo è una dottrina del distacco, come la mistica tedesca.
  50. L’induismo è esperienza del divino presente nell’uomo.
  51. La dottrina del distacco della Bhagavad-Gita è identica a quella della mistica cristiana.
  52. Induismo e cristianesimo sono accomunati dall’esperienza dello spirito.
  53. Tanto vicino spiritualmente a buddismo e induismo è il cristianesimo, quanto remoto da ebraismo e islamismo.
  54. Non c’è una «dottrina cristiana»: siamo noi che riconosciamo nel finito il divino, e in questo ci eleviamo allo spirito.
  55. Non ci sono «peccati originali» da riscattare, non dèi che vogliono vendetta.
  56. Chi riconosce il giusto come giusto partecipa della vita del giusto, del suo spirito eterno.
  57. L’idealismo porta a compimento il vangelo di Giovanni, in cui ogni dualismo è scomparso.
  58. La vita vera è la beatitudine stessa; la vita apparente è non-beata.
  59. Qui ed ora è la vita eterna, la vita nello spirito.
  60. Il cristianesimo non è una religio, un legame, ma il suo contrario: è la vita nello spirito, ove, soltanto, è libertà.

Marco Vannini, filosofo, ha curato la traduzione italiana di tutte le opere, tedesche e latine, di Eckhart, nonché di altri mistici, antichi, medievali, moderni, cui ha dedicato numerosi studi. È autore anche di un’edizione bilingue del De vera religione di Agostino (2012) e di un Invito al pensiero di sant’Agostino (2014). Tra i suoi ultimi libri, ricordiamo: Lessico mistico. Le parole della saggezza (2018); Mistica, psicologia, teologia (2019); Introduzione alla mistica (2021); Prego Dio che mi liberi da Dio. La religione come verità e come menzogna (2022); Conosci te stesso e conoscerai te stesso e Dio (2024). Presso le nostre Edizioni sono usciti: Beati pauperes spiritu. Attualità di Meister Eckhart (2022); Sulla religione vera. Rileggere Agostino (2023); Oltre il cristianesimo. Da Eckhart a Le Saux (2025). Sul suo lavoro di oltre mezzo secolo, si può leggere: Roberto Schiavolin, Mistica e filosofia nel pensiero di Marco Vannini (2019).

0 0 voti
Article Rating
Notificami
0 Commenti
Vecchi
Più recenti Le più votate
Feedback in linea
Visualizza tutti i commenti

Potrebbero interessarti

Contact Us