IL WWW CAPOVOLTO DI MR. BERNERS LEE

IL WWW CAPOVOLTO DI MR. BERNERS LEE

“IL WEB HA ROVINATO L’UMANITÀ INVECE DI SERVIRLA”, LO DICE IL SUO INVENTORE – TIM BERNERS LEE, CHE 29 ANNI FA SCRISSE IL CODICE DEL WWW E LO REGALÒ ALL’UMANITÀ SENZA GUADAGNARCI UN DOLLARO, HA DECISO DI SCENDERE IN CAMPO PER SALVARE LA SUA INVENZIONE DAI MONOPOLISTI – COME FARE? RIDARE AGLI UTENTI IL CONTROLLO DEI PROPRI DATI, RE-DECENTRALIZZANDO LA RETE…

TIM BERNERS LEE

Tim Berners Lee

L’ inventore del web ha un piano per cambiare la rete e per salvare il mondo, si legge sull’ ultimo numero della rivista americana Vanity Fair .

Tim Berners-Lee, l’ inglese di 63 anni che nel 1989 ha creato il codice del web, è sempre un entusiasta della sua straordinaria creazione ma ha anche molti rimorsi: «Il web ha rovinato l’ umanità invece che servirla, come avrebbe dovuto fare, e l’ ha rovinata sotto molti aspetti – ha detto -. È arrivato a produrre un fenomeno di larga scala che è anti umano».

Tim Berners-Lee lavorava al Cern di Ginevra quando ventinove anni fa ebbe l’ idea di trasformare l’ allora oscura rete Internet, usata negli Anni Sessanta dal Pentagono, in una piattaforma per aiutare gli scienziati a scambiarsi i dati.

 

Scrisse il codice del web e lo diffuse gratuitamente, non ricavandoci un dollaro, con l’ idea di farne una piattaforma aperta e democratica a disposizione di tutti. Per questo Berners-Lee è stato definito «il Martin Luther King dell’ era digitale» e «una delle figure più importanti del XX secolo».

I pericoli e i vantaggi

Fin dall’ inizio, Berners-Lee aveva capito che la sua invenzione avrebbe potuto trasformare radicalmente la società, la politica e l’ economia ed anche che, nelle mani sbagliate, avrete potuto avere effetti devastanti.

TIM BERNERS LEECosì ha trascorso la seconda fase della sua vita a mettere in guardia sugli eccessi della rete e, nel 2009, ha istituito la World Wide Web Foundation con l’ obiettivo di mantenere lo spirito iniziale e prevenire i rischi.

«La sua profezia – scrive Vanity Fair – si è avverata quando è emerso che gli hacker russi hanno interferito sulle elezioni presidenziali americane del 2016 e quando Facebook ha ammesso di aver fornito i dati di oltre 80 milioni di utenti a un’ azienda, Cambridge Analytica, che ha fornito servizi politici alla campagna di Donald Trump».

FACEBOOKÈ stata la miccia che ha convinto Berners-Lee a intraprendere la terza fase della sua vita e a impegnarsi nella missione di salvare la sua invenzione, e con essa l’ umanità.

Nata come uno strumento democratico aperto a tutti e libero da brevetti, commissioni e royalties, il web è finito con l’ essere monopolizzato da pochi grandi player digitali che, con il consenso degli utenti, controllano e determinano tutto quello che succede nella vita digitale, da che cosa compriamo a che cosa leggiamo.

Re-decentralizzare

ECONOMIST FACEBOOKSfruttando le sue capacità tecniche e il suo celebrity status tra i programmatori, Berners-Lee ha iniziato sistematicamente a tentare di violare la sua creatura e a finanziare ricerche su come l’ algoritmo di Facebook controlli le notizie e le informazioni che ricevono gli utenti.

La sua grande idea è quella di re-decentralizzare il web, in modo da ridare agli individui, invece che alle grandi aziende della Silicon Valley, il controllo dei propri dati. È lo stesso tema, ma affrontato alla radice, su cui ha provato a dare una prima risposta normativa il regolamento dell’ Unione europea sulla protezione dei dati Gdpr.

Per questo, Berners-Lee ha creato Solid, un progetto del Mit cui lavora anche l’ italiano Nicola Greco che fornisce ai programmatori gli strumenti per costruire applicazioni social decentralizzate, completamente diverse da quelle attuali, in modo che la privacy sia garantita e i dati siano davvero di proprietà degli utenti.

TIM BERNERS LEESolid è ancora una piattaforma per soli programmatori, ma se l’ idea funzionasse potrebbe cambiare notevolmente le dinamiche di Internet e prevenire gli abusi di questi anni.

La sfida è complicata, quasi impossibile, ma l’ inventore del web è ottimista, perché sa che i fondatori delle grandi piattaforme digitali non hanno creato Facebook, Instagram o Google con l’ intento di manipolare le elezioni o per moltiplicare rabbia e rancore nella società. A fine luglio, intanto, Tim Berners-Lee ha convocato programmatori, architetti e guru digitali a San Francisco per il Decentralized Web Summit 2018.

Articolo di Cristian Rocca per la Stampa

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