ROSANNA LA MATRIOSKA
Ella si va, sentendosi laudare…
questi versi, con quelli che seguono, mi sono venuti alla mente
vedendola dopo tanti anni quel pomeriggio
gli occhi segreti sotto grandiosi occhiali da sole
i capelli dal colore immancabile
l’inconfondibile avanzare rigido e studiato
la stessa voce squillante, o forse appena velata dagli anni.
Sembrava uscita da un quadro di Velázques,
meglio, una di quelle gravi matrone di Spagna
che il poeta di Marradi descrive “dagli occhi torbidi e angelici, dai seni gravidi di vertigine”.
Ha conservato un fare da ereditiera
come allora alterna profferta a silenzio enigmatico
ma, allora, un profumo costoso l’avvolgeva fin dal mattino
e ti aspettavi che come una matrioska
s’aprisse a sorpresa svelando il gioco senza senso
in cui la nostra gioventù si consumava.
La sorpresa ora è fra di noi impacciati
stentiamo a ritrovare parole sbiadite e ricordi
lo slancio frenato stride come cancello arrugginito,
ci dichiarimo gli stessi di quei tempi lontani,
chiedendoci muti: sì, ma come eravamo?
Le immagini che accompagnano la poesia:murales e madonna col bambino, olio su creta, realizzati di Luigi Armanni