SUPERUMANI

SUPERUMANI

QUALE FUTURO PER GLI ESSERI UMANI? STEPHEN HAWKING DA’ LA SUA RISPOSTA: SE NON CI EVOLVIAMO IN FRETTA  AL NOSTRO POSTO CI SARANNO SUPERUMANI- COS’E’ DIO?: E’ LA SCIENZA E LE SUE LEGGI, NON UN DIO PERSONALE DA INCONTRARE E A CUI FARE DOMANDE. 

 

STEPHEN HAWKING RIZZOLINel futuro gli esseri umani saranno superati da una «razza di superumani» geneticamente modificati che si migliorano da soli, senza aspettare il lavoro della natura. È una delle previsioni fatte dallo scienziato britannico Stephen Hawking, morto lo scorso 14 marzo a 76 anni, e contenute nel libro Le mie risposte alle grandi domande che uscirà in contemporanea più Paesi (in Italia per Rizzoli). Insieme al monito sui rischi dell’intelligenza artificiale — uno dei fronti su cui si è impegnato a lungo — e a riflessioni sull’esistenza di Dio. Un’anticipazione del libro è stata pubblicata anche sul Corriere della Sera.

«Non c’è tempo per aspettare che l’evoluzione darwiniana ci renda più intelligenti» scrive in grande scienziato in uno degli estratti usciti ieri sul quotidiano inglese The Times. E ancora: «Una volta che questi superumani appariranno, ci saranno problemi politici significativi con gli esseri umani non migliorati, che non saranno in gradi di competere con loro.

stephen hawkingPresumibilmente si estingueranno, o perderanno importanza. Invece ci sarà una razza di esseri che si auto-progettano e che migliorano se stessi a una velocità crescente. Se la razza umana riesce a ri-crearsi, probabilmente si espanderà e colonizzerà altri Paesi e stelle». L’idea, che per lo scienziato britannico rappresenta comunque una grandissima opportunità, è che si potranno usare le tecniche che permettono di modificare il Dna per aumentare la memoria, la resistenza alle malattie, l’aspettativa di vita e migliorare altre caratteristiche.

lucy e stephen hawkingL’altro grande cambiamento che aspetta l’umanità, secondo Hawking, arriva dall’intelligenza artificiale: «L’avvento di una intelligenza artificiale super-intelligente potrebbe essere tanto la cosa migliore quanto la cosa peggiore mai successa all’umanità — afferma Hawking —. Il vero rischio con l’intelligenza artificiale non è la cattiveria, ma la competenza.

Un’intelligenza artificiale super-intelligente sarebbe molto efficace nel raggiungere i suoi scopi e se quegli scopi non sono in linea con i nostri sarà un problema. Nessuno di noi probabilmente è un perfido odia-formiche che le calpesta con malignità, ma se è responsabile di un progetto per l’energia verde idroelettrica che porterà a sommergere un formicaio, non si curerà delle formiche. Cerchiamo — avverte —di non mettere l’umanità nella posizione di quelle formiche».

lucy e stephen hawking copiaHawking risponde anche a una delle domande più antiche della nostra civiltà: quella sull’esistenza di Dio: «Il modo in cui l’universo è iniziato è stato deciso da Dio per motivi che non riusciamo a capire oppure è determinato dalle leggi della scienza?» si chiede. «Credo che sia la seconda cosa — risponde —. Se volete potete chiamare le leggi della scienza “Dio”, ma non è un dio personale che puoi incontrare e a cui puoi fare domande».

Articolo di Elena Tebano per www.corriere.it

Sul libro di Hawking, su questo sito vai a

VIAGGIARE NELL’UNIVERSO INCHIODATI A UNA SEDIA

VIAGGIARE NELL’UNIVERSO INCHIODATI A UNA SEDIA

 

 

SIATE CORAGGIOSI,CURIOSI E DETERMINATI, ANCHE QUANDO LE CONDIZIONI GIOCANO A VOSTRO SFAVORE. POTETE FARCELA- L’ESORTAZIONE NELL’ ULTIMO LIBRO DI STEPHEN HAWKING, PRIMA DI MORIRE- 

 

Ho avuto una vita straordinaria su questo pianeta, al contempo attraversando l’ intero universo con la mia mente e le leggi della fisica. Sono arrivato agli estremi confini della galassia, ho viaggiato in un buco nero e sono tornato indietro fino all’ inizio del tempo

 

Estratti dal libro di Stephen Hawking Le mie risposte alle grandi domande(Rizzoli), Traduzione di Daniele Didero, pubblicati dal ”Corriere della Sera

STEPHEN HAWKING RIZZOLIDa sempre, le persone cercano delle risposte alle grandi domande. Da dove veniamo? Come è nato l’ universo? Qual è il disegno, il significato profondo che sta dietro a ogni cosa? C’ è qualcuno lassù? I racconti della creazione tramandati nel passato, che oggi sembrano meno attendibili, sono stati sostituiti da una varietà di credenze – che potremmo solo definire «superstizioni» – che spaziano dalla New Age a Star Trek. La scienza, però, può risultare anche più strana della fantascienza, e molto più soddisfacente.

Io sono uno scienziato con un profondo interesse per la fisica, la cosmologia, l’ universo e il futuro dell’ umanità. I miei genitori mi hanno insegnato a coltivare un’ insaziabile curiosità e a provare a rispondere, come mio padre, alle molte domande che la scienza ci pone. Ho trascorso la vita intera viaggiando nel cosmo, senza mai uscire dalla mia mente. Attraverso la fisica teorica, ho cercato le risposte ad alcune delle grandi domande. A un certo punto, ho pensato che avrei assistito alla fine della fisica come la conosciamo, oggi, invece, ritengo che anche dopo che me ne sarò andato gli uomini continueranno per molto tempo a godere della meraviglia delle scoperte scientifiche. Siamo vicini ad alcune di queste risposte, ma non ci siamo ancora arrivati.

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Hawking con le sorelline

Il problema è che molti credono che la scienza sia troppo complicata, e fuori dalla loro portata. Io non lo penso affatto. Per condurre una ricerca sulle leggi fondamentali che governano l’ universo è di certo necessario un dispendio di tempo, che la maggior parte della gente non può permettersi: se tutti ci dedicassimo alla fisica teorica, nel giro di poco il mondo si fermerebbe. Tuttavia, quasi tutti sono in grado di comprendere e apprezzare le nozioni di base se vengono spiegate loro in modo chiaro e senza equazioni, cosa che ritengo possibile e che talvolta mi sono dilettato a fare.

Ho vissuto l’ epoca più memorabile per la ricerca nella fisica teorica. Negli ultimi cinquant’ anni, il nostro quadro dell’ universo è cambiato moltissimo, e sarò felice se avrò dato anch’ io un contributo a questa trasformazione. Una delle grandi rivelazioni portate dall’ era spaziale è la nuova prospettiva sotto cui l’ umanità ha imparato a guardare se stessa: quando osserviamo la Terra dallo spazio, ci vediamo come un tutt’ uno. Percepiamo l’ unità, non le divisioni. È un’ immagine che, nella sua grande semplicità, trasmette un messaggio molto forte: un unico pianeta, una sola razza umana.

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Voglio aggiungere la mia voce a quelle di coloro che chiedono un intervento immediato sulle sfide chiave della nostra comunità globale. Spero che in futuro, anche quando non sarò più qui, le persone che governano il mondo siano in grado di mostrare creatività, coraggio e leadership.

Mi auguro che si dimostrino all’ altezza della sfida posta dagli obiettivi di uno sviluppo sostenibile, e che agiscano non per il loro interesse personale ma per il bene comune. Sono del tutto consapevole della preziosità del tempo. Cogliete l’ attimo.

Agite ora.

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Stephen con la moglie Lucy

(…) Sono nato esattamente tre secoli dopo la morte di Galileo, e mi piacerebbe pensare che questa coincidenza abbia impresso una direzione allo sviluppo che la mia vita ha avuto nel campo scientifico. Tuttavia, secondo i miei calcoli, in quello stesso giorno dovrebbero essere nati circa duecentomila altri bambini, e non so quanti di loro abbiano poi mostrato un qualche interesse per l’ astronomia.

(…) Non fui mai uno degli studenti migliori – era una classe di ragazzi molto intelligenti e io ero più o meno nella media -, ma i compagni mi diedero comunque il soprannome di «Einstein»; può darsi, quindi, che intravedessero in me i segni di una qualche potenzialità.

Quando avevo dodici anni, uno dei miei amici scommise con un altro un sacchetto di caramelle che non sarei mai diventato nessuno.

hawking 1(…) La prima edizione di Dal Big Bang ai buchi neri. Breve storia del tempo fu pubblicata il 1° aprile 1988. Non mi aspettavo che il libro riscuotesse un tale successo. Senza dubbio ha contribuito l’ interesse della gente per la mia storia, per il fatto che io sia riuscito a diventare un fisico teorico e un autore di bestseller nonostante la mia disabilità.

Magari non tutti i lettori saranno arrivati fino in fondo o avranno capito ogni passaggio, ma perlomeno hanno avuto modo di confrontarsi con una delle grandi domande della nostra esistenza e di maturare l’ idea che viviamo in un universo governato da leggi razionali che possono essere scoperte e comprese attraverso la scienza. Per i miei colleghi sono soltanto un fisico tra i tanti, ma per il grande pubblico sono forse diventato lo scienziato più famoso del mondo. Ciò è in parte dovuto al fatto che (con l’ eccezione di Einstein) gli uomini di scienza non sono certo popolari quanto le rockstar, e in parte perché rispecchio lo stereotipo del genio disabile.

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Non posso camuffarmi con una parrucca e un paio di occhiali scuri: la sedia a rotelle mi tradisce. Essere famosi e riconoscibili è una cosa che presenta vantaggi e svantaggi, ma questi ultimi sono più che compensati dai primi. Le persone sembrano davvero contente di vedermi. Nel 2012, quando ho aperto le Paralimpiadi a Londra, ho anche raggiunto il mio record di audience.

lucy e stephen hawkingHo avuto una vita straordinaria su questo pianeta, al contempo attraversando l’ intero universo con la mia mente e le leggi della fisica. Sono arrivato agli estremi confini della galassia, ho viaggiato in un buco nero e sono tornato indietro fino all’ inizio del tempo. Sulla Terra, ho visto alti e bassi, turbolenze e tranquillità, successo e sofferenza. Sono stato ricco e povero, fisicamente abile e disabile. Sono stato lodato e criticato, ma mai ignorato. Grazie al mio lavoro, ho avuto l’ enorme privilegio di contribuire alla comprensione dell’ universo. Ma l’ universo sarebbe vuoto se non fosse per le persone che amo e che mi amano: senza di loro, ai miei occhi tutta la sua meraviglia perderebbe di significato.

 

(…) Spero che un giorno troveremo le risposte a tutte le nostre domande. (…) Come riusciremo a nutrire una popolazione mondiale sempre più numerosa? A fornirle acqua potabile, a produrre energia rinnovabile, a prevenire e curare le malattie e a rallentare il cambiamento climatico globale? Mi auguro che la scienza e la tecnologia ci forniranno le risposte a queste ulteriori domande, ma per implementare le soluzioni non si potrà fare a meno degli esseri umani,con le loro conoscenze e la loro capacità di comprendere il reale.

Lottiamo perché ogni donna e ogni uomo possano vivere delle vite sane e sicure, piene di opportunità e di amore. Siamo tutti viaggiatori del tempo, incamminati verso il futuro, ma dobbiamo lavorare insieme per rendere quel futuro un posto piacevole da abitare.

Siate coraggiosi, curiosi e determinati, anche quando le condizioni giocano a vostro sfavore. Potete farcela!

 

 

NON CI RESTA CHE GUARDARE LE STELLE?

NON CI RESTA CHE GUARDARE LE STELLE?

 

VIGOROSO RICHIAMO DI STEPHEN HAWKING, COSMOLOGO, FISICO E MATEMATICO BRITANNICO, ALLA RESPONSABILITA’ DELLE CLASSI DIRIGENTI CIRCA LE SORTI DEL MONDO- NONOSTANTE LA GRAVE INFERMITA’ SI CONSIDERA UN PRIVILEGIATO ED E’ IL PRIMO A VOLERE USCIRE DALLA TORRE D’AVORIO DEI PRIVILEGI- IL MIX MICIDIALE FRA GLOBALIZZAZIONE E TECNOLOGIA DESTINATO A CREARE, SE NON GOVERNATO, SEMPRE MAGGIORI INGIUSTIZIE E DISORDINI.

L’articolo, uscito prima del voto italiano sul referendum costituzionale si adatta alla nostra situazione sociale ed è un monito autorevole affinchè l’Italia e l’Europa, scossi dai populismi e sotto il peso dei flussi migratori, sappiano rapidamente trovare la strada per rispondere ai bisogni dei giovani e contrastare le nuove povertà.

 

Stephen Hawking

Stephen Hawking

Essendo un fisico teorico che vive a Cambridge, ho vissuto la mia vita in una bolla di eccezionale privilegio. Cambridge è una città insolita, tutta incentrata su una delle grandi università del pianeta. All’interno di questa città, la comunità scientifica di cui sono entrato a far parte quando avevo vent’anni è ancora più esclusiva. E all’interno di questa comunità scientifica, il gruppo ristretto di fisici teorici internazionali con cui ho trascorso la mia vita lavorativa potrebbe a volte essere tentato di vedersi come un apogeo.

In aggiunta a tutto questo, con la celebrità che mi hanno procurato i miei libri e l’isolamento imposto dalla malattia, ho la netta impressione che la mia torre d’avorio diventi sempre più alta.

Pertanto, faccio parte senza dubbio di quelle élite che recentemente, in America e in Gran Bretagna, sono oggetto di un inequivocabile rigetto. L’elettorato britannico ha deciso di uscire dall’Unione Europea, i cittadini americani hanno scelto Donald Trump come prossimo presidente.

Qualunque cosa possiamo pensare di queste decisioni, non c’è alcun dubbio, nella mente dei commentatori, che siamo di fronte a un grido di rabbia da parte di persone che si sono sentite abbandonate dai loro leader.

Tutti sembrano d’accordo nel dire che è stato il momento in cui i dimenticati hanno parlato, trovando la voce per rigettare il consiglio e la guida degli esperti e delle élite di ogni latitudine.

Ilary Clinton dopo la sconfitta alle presidenziali USA

Hilary Clinton dopo la sconfitta alle presidenziali USA

Io non faccio eccezione a questa regola. Prima del voto sulla Brexit ho lanciato l’allarme sugli effetti negativi che avrebbe avuto per la ricerca scientifica in Gran Bretagna, ho detto che uscire dall’Unione Europea sarebbe stato un passo indietro: e l’elettorato — o almeno una parte sufficientemente ampia di esso — non si è curato del mio parere così come non si è curato del parere di tutti gli altri leader politici, sindacalisti, artisti, scienziati, imprenditori e personaggi famosi che hanno dato lo stesso consiglio inascoltato al resto del Paese.

Quello che conta adesso, molto più delle vittorie della Brexit e di Trump, è come reagiranno le élite. Dovremmo, a nostra volta, rigettare questi risultati elettorali liquidandoli come sfoghi di un populismo grossolano che non tiene in considerazione i fatti, e cercare di aggirare o circoscrivere le scelte che rappresentano? A mio parere sarebbe un terribile errore.

Donand Trump, da gennaio sostituisce Obama alla presidenza USA

Donand Trump, da gennaio sostiuisce Obama alla presidenza USA

Le inquietudini che sono alla base di questi risultati elettorali e che concernono le conseguenze economiche della globalizzazione e dell’accelerazione del progresso tecnologico sono assolutamente comprensibili. L’automatizzazione delle fabbriche ha già decimato l’occupazione nell’industria tradizionale e l’ascesa dell’intelligenza artificiale probabilmente allargherà questa distruzione di posti di lavoro anche alle classi medie, lasciando in vita solo i lavori di assistenza personale, i ruoli più creativi o le mansioni di supervisione.

Brexit secondo Dagospia

Brexit secondo Dagospia

Tutto questo a sua volta accelererà la disuguaglianza economica, che già si sta allargando in tutto il mondo. Internet, e le piattaforme che rende possibili, consentono a gruppi molto ristretti di persone di ricavare profitti enormi con un numero di dipendenti ridottissimo. È inevitabile, è il progresso: ma è anche socialmente distruttivo.

Tutto questo va affiancato al crac finanziario, che ha rivelato a tutti che un numero ristrettissimo di individui che lavorano nel settore finanziario possono accumulare compensi smisurati, mentre tutti gli altri fanno da garanti e si accollano i costi quando la loro avidità ci conduce alla deriva.

Complessivamente, quindi, viviamo in un mondo in cui la disuguaglianza finanziaria si sta allargando invece di ridursi, e in cui molte persone rischiano di veder scomparire non soltanto il loro tenore di vita, ma la possibilità stessa di guadagnarsi da vivere. Non c’è da stupirsi che cerchino un nuovo sistema, e Trump e la Brexit possono dare l’impressione di offrirlo.

C’è da dire anche che un’altra conseguenza indesiderata della diffusione globale di Internet e dei social media è che la natura nuda e cruda di queste disuguaglianze è molto più evidente che in passato. Per me la possibilità di usare la tecnologia per comunicare è stata un’esperienza liberatoria e positiva. Senza di essa, già da molti anni non sarei più stato in grado di lavorare.

Ma significa anche che le vite delle persone più ricche nelle parti più prospere del pianeta sono dolorosamente visibili a chiunque, per quanto povero, abbia accesso a un telefono. E visto che ormai nell’Africa subsahariana sono più numerose le persone con un telefono che quelle che hanno accesso ad acqua pulita, fra non molto significherà che quasi nessuno, nel nostro pianeta sempre più affollato, potrà sfuggire alla disuguaglianza.

Metteo Renzi annuncia le sue dimissioni

Metteo Renzi annuncia le sue dimissioni

Le conseguenze di ciò sono sotto gli occhi di tutti: i poveri delle aree rurali affluiscono nelle città spinti dalla speranza, ammassandosi nelle baraccopoli. E poi spesso, quando scoprono che il nirvana promesso da Instagram non è disponibile là, lo cercano in altri Paesi, andando a ingrossare le fila sempre più nutrite dei migranti economici in cerca di una vita migliore. Questi migranti a loro volta mettono sotto pressione le infrastrutture e le economie dei Paesi in cui arrivano, minando la tolleranza e alimentando ancora di più il populismo politico.

Per me, l’aspetto veramente preoccupante di tutto questo è che mai come adesso, nella storia, è stato maggiore il bisogno che la nostra specie lavori insieme. Dobbiamo affrontare sfide ambientali spaventose: i cambiamenti climatici, la produzione alimentare, il sovrappopolamento, la decimazione di altre specie, le epidemie, l’acidificazione degli oceani.

Insieme, tutti questi problemi ci ricordano che ci troviamo nel momento più pericoloso nella storia dello sviluppo dell’umanità. Possediamo la tecnologia per distruggere il pianeta su cui viviamo, ma non abbiamo ancora sviluppato la capacità di fuggire da questo pianeta. Forse fra qualche secolo avremo creato colonie umane fra le stelle, ma in questo momento abbiamo un solo pianeta, e dobbiamo lavorare insieme per proteggerlo.

Per farlo è necessario abbattere le barriere interne ed esterne alle nazioni, non costruirle. Se vogliamo avere una possibilità di riuscirci, è indispensabile che i leader mondiali riconoscano che hanno fallito e che stanno tradendo le aspettative della maggior parte delle persone. Con le risorse sempre più concentrate nelle mani di pochi, dovremo imparare a condividere molto più di quanto facciamo adesso.

Non stanno scomparendo solo posti di lavoro, ma interi settori, e dobbiamo aiutare le persone a riqualificarsi per un nuovo mondo, e sostenerle finanziariamente mentre lo fanno. Se le comunità e le economie non riescono a sopportare gli attuali livelli di immigrazione, dobbiamo fare di più per incoraggiare lo sviluppo globale, perché è l’unico modo per convincere milioni di migranti a cercare un futuro nel loro Paese.

Possiamo riuscirci, io sono di un ottimismo sfrenato sulle sorti della mia specie: ma sarà necessario che le élite, da Londra a Harvard, da Cambridge a Hollywood, imparino le lezioni di quest’ultimo anno. Che imparino, soprattutto, una certa umiltà.

 

Testo di STEPHEN HAWKING per “The Guardian” ripubblicato da “la Repubblica”

 

 

 

 

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