da ninconanco | Lug 26, 2018 | Attualità, Attualità, Economia, Job e dintorni, Le parole degli altri, Politica, Società
IL FALSO PROBLEMA DELLE ONG E LE INEDITE CARATTERISTICHE DEL FLUSSO DI MIGRANTI SULLE NOSTRE COSTE- MA SALVINI NON S’E’ ACCORTO CHE DI QUESTO PASSO ARRIVEREMO AI MIGRANTI FORZATI?– GLI APPETITI ECONOMICI DELLA CRIMINALITA’ ORGANIZZATA CHE SA CHE IN AFRICA UN MIGRANTE E’ SOLO CARNE DA MACELLO, IN EUROPA MERCE DI VALORE- COSI’ LA PENSA GEPPETTO.
La crisi dovuta agli immigrati è ancora la grande incompresa della politica, in Italia e in Europa? Si direbbe di sì.
Una cosa è certa: ci siamo resi conto tardi e male delle caratteristiche del problema, abbiamo continuato a parlare di emergenza, a sproposito e a dispetto della logica. Nel frattempo, le cose sono cambiate sotto i nostri occhi e non ce ne siamo accorti. Almeno se prendiamo per buone le dichiarazione dei politici nostrani ed europei e le poche cose che riescono a fare. Tutto dimostra che continuiamo a capirci poco del fenomeno, complice anche una stampa incapace di una vera analisi, se non fungere da cassa di risonanza.

C’è invece qualcuno che il fenomeno pare averlo capito assai bene, e lo sta sfruttando alla grande e con parecchio lucro. E che è intenzionato a farlo durare ancora parecchio.

Campo migranti di Choucha, Tunisia 2014, foto di Samuel Gratacap
Questo alcuno ha il volto vecchio di sempre, ma il metodo è ancora più efficace, pervasivo, ramificato, manageriale. Anche fra la delinquenza (chiamatela come volete, ogni etichetta va bene: mafia, ‘ndrangheta, affaristi, speculatori, capi tribù, funzionari corrotti, trafficanti vari è la stessa cosa ) sta facendosi largo una nuova generazione, più acculturata, che “spicca” l’inglese, fa i week-end a Monaco, guarda verso i paesi emergenti, parla e si muove come business-man. Non mancano, come sempre, i complici, magari comprimari locali, certamente meno pretenziosi, e qualche anima bella (quelle non mancano mai), e perchè no qualche strenuo e solitario idealista, assolutamente in buona fede (lo dico con convinzione), pronto a lasciare famiglia e a rinunciare alle ferie per solcare i mari dove gli sventurati migranti si avventurano.
Un amico che porta le stellette e che viaggia in missione per il mondo, durante un caffè, mi dice:”La gente non si fa le domande giuste sul problema. Solo all’inizio l’emigrazione era alimentata dalle guerre, dalla fame, dalle violenze. Spinti dalla disperazione i migranti andavano, pagavano gli scafisti, poi una volta sbarcati si dileguavano come fantasmi fra Italia, Francia, Germania o più sù. Quando non finivano prima in galera o a poltrire nei centri di identificazione per mesi. Ho letto che per un sbarco gli scafisti chiederebbero migliaia di dollari. Ma quando mai li hanno visti tanti soldi quei disgraziati? Qualcosa non torna. Chiedersi, come fa Salvini, chi finanzia le navi umanitarie e se i soccorritori hanno legami con i trafficanti non sono le domande giuste. Qualcuno ci speculerà pure, ma non credo le ong, comunque non sta lì la radice del problema.
Quali ong operano nel Mediterraneo
Al momento sono 5 le ong dotate di navi, più o meno grandi, per il salvataggio in mare dei migranti che tentano di arrivare dalla Libia all’Europa. Si tratta della ong spagnola Proactiva open arms, della Sea Watch, delle ong Sos Mediteranee e Medici senza frontiere, che gestiscono insieme la nave Aquarius, e poi Sea-eye e Mission Lifeline.
Diceva giorni fa il comandante della nave Astral della Proactiva Open Arms: “Decine di volte ho ripetuto le stesse cose, siamo coordinati dalla guardia costiera italiana, eseguiamo gli ordini della guardia costiera italiana. Ora però non è più così, la guardia costiera italiana ha passato ai libici il coordinamento di quel tratto di mare, ma i libici non hanno abbastanza mezzi per prestare soccorso e controllare una zona di mare tanto vasta; inoltre la Libia non può essere considerata un posto sicuro in cui sbarcare i migranti, perché non ha sottoscritto alcune convenzioni marittime internazionali e perché nel paese sono state documentate violazioni gravi e sistematiche dei diritti umani, come la compravendita di esseri umani e la tortura.”

Campo migranti Choucha, Tunisia,2014. Foto di Samuel Gratacap.
Dico che Salvini non si fa le domande giuste (e se pensa di fermare tutto fermando le ong sbaglia di grosso) per questa considerazione: ll flusso migratorio dall’Africa in Europa è ormai un business troppo grande e ha attirato la voracità di criminali internazionali che hanno capito prima e meglio che affare poteva diventare, tanto che hanno spostato l’attenzione dai soliti traffici di armi, smercio della droga, prostituzione, tanto quelli vanno per conto loro e alla grande. Le navi delle ong non c’entrano, nè la loro presenza ha aumentato i flussi.
Nel 2011 la Commissione globale per le politiche sulle droghe in Italia, ha documentato che il consumo annuale e “la scala globale dei mercati di droga illegale, ampiamente controllati dal crimine organizzato […] è nei fatti cresciuto in modo spettacolare. Proprio a causa di questa crescita vertiginosa, lo scenario attuale è in costante evoluzione: le organizzazioni criminali si ramificano sempre più, Internet sta cambiando in profondità il mercato, e la destabilizzazione geopolitica di alcune aree comporta la creazione di nuove rotte e di nuove opportunità. (stima 12 miliardi di euro ogni anno)
Nelle prime pagine della relazione annuale sullo stato delle tossicodipendenze, presentata al Parlamento nel settembre del 2015, si può leggere che l’Italia “grazie alla sua baricentrica posizione nel Mar Mediterraneo” e ai suoi 8mila chilometri di coste rappresenta “una delle principali porte d’accesso delle droghe al vecchio continente,” il quale è “ancora oggi il primo mercato mondiale di consumo dell’eroina e il secondo, dopo il Nord America, della cocaina.”
Tutto fa pensare- continua l’amico stellato- che le organizzazioni criminali, che hanno messo le mani sul traffico migratorio, si siano organizzate lungo tutta la filiera, stringendo accordi con i soggetti interessati al business. La filiera, in parte clandestina, in parte sommersa, ben ramificata e protetta da complicità, va dalla raccolta di questi disperati, alla detenzione pre imbarco, all’imbarco. Prosegue, in forme diverse e ibride, anche nella fase di accoglienza nei vari centri per migranti in Italia? Viene più di un sospetto. Salvini, controlla questi centri e chi li gestisce, distinguendo gli onesti da chi ci fa la cresta e non rispetta gli standards? Si è posto il problema di come stroncare le evidenti diramazioni verso il caporalato, le criminalità locali che regolano prostituzione, droga, accattonaggio, ecc? Sono rapporti intricati, difficili decifrare, da documentare a livello di prova processuale, ma che non possono non esserci. Illegalità, irregolarità, lavoro sommerso, evasione delle tasse, distrazione dei fondi pubblici sono fenomeni contugui. Si muovono sotto un’unica regia? Queste sono le domande giuste. E lì che bisognerebbe colpire. Altrimenti si potrebbe arrivare al paradoso dei migranti “forzati” loro malgrado, perchè, se in Africa sono considerati solo carne da macello, in Europa invece merce di valore.

Centro migranti Zawiya, Libia, foto di Samuel Gratacap
Conclude l’amico: ” Perchè non costituire un nucleo centrale interministeriale, composto da polizia, carabinieri, esercito, guardia costiera, magistrati e alti fuzionari con queste competenze e per questi scopi? Come ministro dell’interno Salvini ne avrebbe le competenze politiche.Coordinato efficacemennte tale nucleo potrebbe combattere il fenomeno, ma soprattutto capirlo e portare alla luce la sua reale natura. Qualche proclama in meno e lavoro in più, magari non porteranno subito voti, ma restituirebbero fiducia agli italiani, anzichè farli smarrire per la paura di un fenomeno misconosciuto.
In copertina: Centro di detenzione Zawiya, Libia-2014 . Foto Samuel Gratacap
da ninconanco | Mar 2, 2016 | Album, Attualità, Attualità, Politica, Società
AYLAN CURDI, ANNI TRE
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Questa volta l’Album di Ninconanco non presenta le foto del giorno, o quelle suggestive di un reportage fra natura e costumi, fra curiosità e bellezze insolite, ma attraverso le immagini tenta di riassumere i lunghi mesi di una attraversata nel deserto (e non solo metaforica, purtroppo) di centinaia di migliaia di migranti, allontanati a suon di bombe dalle loro case, spinti dal miraggio della pace e di una vita dignitosa, lontana da fame e malattie.
La reazione del resto del mondo a questo esodo forzoso, e in particolare quella europea, è stata incredibilmente scomposta e inefficace, per mantenere un linguaggio “politicamente corretto”. Basta riflettere sui numeri. In Europa, inclusa la Turchia, i soli richiedenti asilo (quindi non tutti i migranti!) dal 2011 (anno di inizio della guerra siriana) al 2015 sono stati poco meno di un milione e mezzo di persone. L’Italia è solo quinta con 155 mila richiedenti asilo, a fronte dei 547 mila della Germania, i 255 mila della Francia, i 228 mila della Svezia. L’Italia ha 254 richieste di asilo (sic!) ogni 100 mila abitanti!. Secondo Eurostat la popolazione europea nel 2015 era 508 milioni, quella italiana 61 milioni. Quindi una inezia in fatto di numeri (sia relativi che assoluti); una tragedia nella tragedia per i risultati conseguiti e lo spettacolo offerto.
L’Europa non finirà per la crisi economica, o soffocata dalla burocrazia, o perché sommersa dai populismi, ma perché si stanno alzando fili spinati e muri, perché l’Europa già non esiste più! E’ già finita! O almeno questo ci dicono le immagini.

Il corpo del piccolo Aylan Kurdi, anni tre, raccolto da un soldato. Con lui è affogato il fratello Galip di 5 anni e la loro madre. In ricordo, insieme ai tanti altri sconosciuti
















da ninconanco | Gen 11, 2016 | Attualità, Attualità, Costume, Politica, Società

Siamo alle solite: disinformazione, mezze verità, incresciosa ignoranza, elusione, più o meno arbitraria, da parte di chi dovrebbe applicare le regole. Tutto ciò come premessa per un “ragggionamento politico” che sarebbe poi questo: il reato di immigrazione clandestina non funziona. Aboliamolo, cosa aspettiamo! Naturalmente tutto ciò accompagnato dal nulla più pneumatico e da un gioco di prestigio alla Houdini , in base al quale occultare un problema equivale a risolverlo.

Mi limito a porre la domanda: ma in base a quale logica o diritto internazionale o costume, o pretesa un soggetto si può introdurre anonimamente in una nazione girando in lungo e in largo senza controllo e facendo i fatti suoi? Voi lo permettereste a casa vostra? Magari gli dareste le chiavi? Fino a quando esistono uno Stato, dei confini, un “contratto sociale” che lega fra loro i connazionali, la distinzione fra il cittadino, cioè colui che accetta le regole, ha dei doveri e degli obblighi, e chi non ha tutto ciò mi pare dovrebbe rimanere, o no? Il buonismo imperante ci vorrebbe invece senza distinzioni, beatamente persi in un enbrasser nous, profumato all’acqua di Colonia (copio questa espressione dall’articolo di Ninconanco).
Ma torniamo al reato di immigrazione clandestina. Che non abbia funzionato è vero. Ma per quali motivi? I più non se lo domandano o, con astrusi “ragggionamenti politici”, fanno il gioco delle tre carte summenzionato. La magistratura non è stata messa in condizioni di operare, data la dimensione del fenomeno. Nessun meccanismo di smaltimento è stato previsto. Questo è vero. Peccato che poi si scopre che siano stati parecchi i magistrati che, con cavilli di ogni genere, hanno eluso la norma, di fatto derubricandola. Volete due esempi? Non c’è reato perché i migranti hanno agito in stato di necessità. Oppure non sono volontariamente venuti loro in Italia, ma sono stati i soccorritori a portarceli ( !!). Nei pochi casi in cui si è giunti a sentenza di condanna gli imputati hanno fatto ricorso…. Campa cavallo che l’erba cresce.

Parecchi pensano ai prefetti. Ma la derubricazione da reato a illecito amministrativo cambierebbe le cose? Ammesso, pur contro ogni evidenza logica, che ciò potesse apparire un disincentivo più efficace (?); ammesso che i prefetti siano più solleciti e meno sofistici nell’emettere gli ordini di espulsione, chi poi li metterebbe in esecuzione? Senza una procedura coatta di espulsione rimarrebbero, al pari delle sentenze, inutili pezzi di carta. Accompagnare coattivamente gli immigranti privi dei requisiti di diritto di asilo, vuole dire sapere come e dove portarli e quali condizioni nei loro paesi troveranno. 
Se li lasciassimo nella fame, esposti a violenze di ogni tipo e sotto le bombe ciò non sarebbe una soluzione accettabile, perché o contraria all’ordinamento giuridico internazionale o ai nostri principi morali. Dunque?
Fenomeno biblico quello di milioni di migranti da Africa e Medio Oriente verso l’Occidente, così è stato detto. Ma allora non c’è paese che possa affrontarlo da solo. La Germania in questi giorni se ne sta accorgendo sulla pelle delle sue donne. Ma l’Occidente dov’è, dov’è l’Europa, dov’è l’ONU? Cosa spettano a muoversi , a promuovere un grande piano internazionale di sostegno e garanzia, agendo in parallelo sulle cause che hanno prodotto questo disastro?