PRETI E PEDOFILIA

PRETI E PEDOFILIA

IL PAPA APRE IL SINODO DEDICATO ALLA PURIFICAZIONE DALLA PEDOFILIA: CURARE QUESTA GRAVE FERITA. VERITA’, CORAGGIO E CONCRETEZZA PER DEBELLARE QUESTO MALE CHE AFFLIGGE LA CHIESA E L’UMANITA’

 

BERGOGLIO

(ANSA) – “Chiedo allo Spirito Santo di sostenerci in questi giorni e di aiutarci a trasformare questo male in un’opportunità di consapevolezza e di purificazione”. Così il Papa nel suo intervento introduttivo ai lavori dell’Incontro su “La Protezione dei Minori nella Chiesa”, apertosi stamane in Vaticano. “La Vergine Maria ci illumini per cercare di curare le gravi ferite che lo scandalo della pedofilia ha causato sia nei piccoli sia nei credenti”, ha aggiunto il Pontefice, invitando ad “ascoltare il grido dei piccoli che chiedono giustizia”.

“Dinanzi alla piaga degli abusi sessuali perpetrati da uomini di Chiesa a danno dei minori, ho pensato di interpellare voi, patriarchi, cardinali, arcivescovi, vescovi, superiori religiosi e responsabili, affinché tutti insieme ci mettiamo in ascolto dello Spirito Santo e con docilità alla Sua guida ascoltiamo il grido dei piccoli che chiedono giustizia”, ha detto papa Francesco. “Grava sul nostro incontro il peso della responsabilità pastorale ed ecclesiale che ci obbliga a discutere insieme, in maniera sinodale, sincera e approfondita su come affrontare questo male che affligge la Chiesa e l’umanità”, ha proseguito.

INCHIESTA SUI PRETI PEDOFILI ALL ISTITUTO ANTONIO PROVOLO“Il santo Popolo di Dio ci guarda e attende da noi non semplici e scontate condanne, ma misure concrete ed efficaci da predisporre – ha aggiunto -. Iniziamo, dunque, il nostro percorso armati della fede e dello spirito di massima parresia, di coraggio e concretezza. Ci vuole concretezza”. “Come sussidio – ha detto ancora -, mi permetto di condividere con voi alcuni importanti criteri, formulati dalle diverse Commissioni e Conferenze Episcopali. Sono delle linee-guida per aiutare la nostra riflessione che vi verranno consegnate. Sono un semplice punto di partenza”.

II summit ha fatto affiorare il grande bisogno di trasparenza, coerenza e rispettabilità. Sotto esame c’ è l’ intera classe dirigente dai vescovi ai cardinali che dovrà adeguarsi ai nuovi standard: di sicuro non sono più quelli elastici e possibilisti di un tempo, dove il concetto della misericordia finiva per coprire corresponsabilità e insabbiamenti. Stavolta il passaggio è rigoroso e totale. Bisogna solo capire quante altre teste dovrà far saltare il Papa.

(Tratto dall’articolo di Franca Giansoldati per il Messaggero)

Il Papa ha quindi ringraziato la Pontificia Commissione per la Tutela dei Minori, la Congregazione per la Dottrina della Fede e i membri del Comitato organizzativo “per l’eccellente lavoro svolto con grande impegno nel preparare questo incontro. Grazie tante!”. Infine, ha concluso, “chiedo allo Spirito Santo di sostenerci in questi giorni e di aiutarci a trasformare questo male in un’opportunità di consapevolezza e di purificazione. La Vergine Maria ci illumini per cercare di curare le gravi ferite che lo scandalo della pedofilia ha causato sia nei piccoli sia nei credenti”.

 

Il tema continua a suscitare apre critiche e divisioni nella Chiesa, e non sarà faciIe ricomporre le diverse posizioni. I cardinali Walter Brandmüller e Raymond Leo Burke  in una lettera aperta ai presidenti delle Conferenze episcopali non usano mezze misure per affermare che il summit sugli abusi non basta. “Il mondo cattolico – scrivono i due cardinali – è disorientato e si pone una domanda angosciante: dove sta andando la Chiesa? Di fronte alla deriva in atto, sembra che il problema si riduca a quello degli abusi dei minori, un orribile crimine, specialmente quando perpetrato da un sacerdote, che però è solo parte di una crisi ben più vasta. La piaga dell’agenda omosessuale è diffusa all’interno della Chiesa, promossa da reti organizzate e protetta da un clima di complicità e omertà. Le radici di questo fenomeno evidentemente stanno in quell’atmosfera di materialismo, di relativismo e di edonismo, in cui l’esistenza di una legge morale assoluta, cioè senza eccezioni, è messa apertamente in discussione”.

 

Caro vecchio padre Antony

Caro vecchio padre Antony

Preti pedofili da Dagospia

Preti pedofili da Dagospia

“Caro vecchio padre Anthony, guida morale e molestatore dei ragazzi del coro. Dieci avemaria e un pompino. Jerry come si chiama, quello che stava in classe con Lee, gli era venuto l’esaurimento nervoso. Intanto mezza città va ancora in chiesa: più facile credere che il piccolo Jerry fosse un bugiardo. Chiavati i nostri figli ma non scuotere la nostra fede” (Philipp Meyer Ruggine Americana Einaudi 2009 pag.100)

Trovo disagio a commentare questo brano di Meyer, per la brutalità con cui mette in risalto il problema della pedofilia diffusa tra i preti.

Ruggine Americana è un libro dove sincerità psicologica e verosimiglianza sociale combaciano come tasselli di un affresco impietoso ma assai plausibile di valori e comportamenti.

La pedofilia praticata nei confessionali e nelle sacrestie è più odiosa rispetto a quella diffusa e tollerata nella favelas brasiliane, nei paradisi sessuali del medio oriente, o fra le mura domestiche perché si ammanta di ipocrisia e di inganno e fa del male più inconfessabile un tradimento.

Ma come non dare ragione a Meyer quando ci dice che la ipocrisia del male non è solo dei preti e che, anzi, esso non ci sarebbe se solo avessimo il coraggio di non assistervi inerti o correi? Quanti Jerry abbiamo conosciuto, o sospettato, o ignorato?

Non scuotere la nostra fede, le nostre abitudini rassicuranti, il nostro perbenismo, la menzogna di un mondo pulito e onesto, a dispetto di tutto. Lo sguardo sia spinto al lontano all’orizzonte, alle nuove frontiere che ci aspettano!, troppo importante è il compito di costruire il nuovo mondo per poterci occupare di quello di oggi. Ogni progresso ha le sue vittime, le strade non sempre sono diritte, e soprattutto la carne è fragile e la vita è troppo corta. Direbbe desolato il mio amico Ernesto: ma quante volte Cristo deve venire a salvarci?

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