CON GIANNA NEL LETTO DI LUCIA

8 Mag 2018 | 0 commenti

RINO GAETANO, ESSENZIALMENTE TU- LE FIABE AMARE DEL CANTASTORIE CALABRESE IN UN LIBRO DI MATTEO PERSICA.

 

DI LUI HA SCRITTO EMANUELE TIRELLI : “Autore di canzoni graffianti e appassionate, paladino del Sud e degli sfruttati, nemico giurato di tutti i politici, Rino Gaetano è uno dei songwriter di culto della scena italiana. Ha cantato un’Italia grottesca negli anni della tensione e delle P38. Dopo la sua morte, le sue canzoni sono state riscoperte negli anni e saccheggiate senza ritegno.”

 

 

 “Chi vive in baracca/ chi suda il salario/ chi ama l’amore chi sogni di gloria/ chi ruba pensioni/ chi ha scarsa memoria”.” (da Il cielo è sempre più blu) 
“Falsifichi assegni cambiando grafia nel letto di Lucia/ dipingi scommetti e ti scordi la via nel letto di Lucia/ guarisce d’incanto la tua malattia nel letto di Lucia/ il prossimo anno ci porto tua zia nel letto di Lucia/ non trovi mai nebbia penombra o foschia nel letto di Lucia/ vorrei ritrovarti vorrei fossi mia nel letto di Lucia”. (da Il letto di Lucia) 
 

“E cantava le canzoni che sentiva sempre a lu mare”, quel limpido mar Ionio che bagna la città di Pitagora, salutata ben presto dal ragazzo alto, dinoccolato con una faccia da bimbo smarrito e la pelle bianca come il latte, che si trasferì nella capitale. Qui è divenuto il menestrello anarchico che intona la quotidianità con un ukulele in mano e un cilindro in testa. Si tratta di Rino Gaetano celebrato da Matteo Persica, giovane autore già noto per l’affascinante ritratto di Anna Magnani, in Rino Gaetano. Essenzialmente tu.

Raccogliendo materiale d’epoca e testimonianze di amici e colleghi di Rino, tra cui spiccano Domenico Messina, Franco Pontecorvi, alcune sue fidanzate e il produttore Giacomo Tosti, Persica ha voluto donare un atto d’amore al cantautore crotonese scomparso prematuramente, compreso e apprezzato troppo tardi. Alternando più voci, ma soprattutto rendendo vivido il pensiero di Rino, il biografo romano non presenta meramente il personaggio maledetto, che secondo i suoi detrattori si divideva tra droga, alcol e legami con la massoneria, ma tratteggia il ritratto del giovane autodidatta insinuandosi tra le pieghe più intime della sua esistenza. Dal distacco dalla terra calabra, che gli diede i natali, all’arrivo a Roma, dove trova evasione nella musica dando vita ai Krounks con la comitiva del muretto di via Cimone, alla breve sosta nel seminario di Narni per poi ritrovare se stesso nei versi che compone e sui palcoscenici che calca con la compagnia teatrale Il Carro di Tespi. Grazie a una ricerca accurata, durata tre anni, senza mai cedere alla fantasia, Persica, attraverso la memoria e gli sguardi degli amici, riesce a far pronunciare a Gaetano ciò che non ha mai detto nelle numerose interviste. Cresciuto a pane e Beatles, Rolling Stones, Rokes e Nomadi, ben presto si fa strada nei corridoi della Rca, frequenta il Folk Studio, appare sugli schermi delle tv nazionali sino ad arrivare sul palcoscenico di Sanremo.

Valori semplici che il cantautore ha urlato con compostezza sino in Messico, Cile e a Miami. Con quella voce graffiante che, influenzata positivamente dai padri del cantautorato italiano come Battisti, De André e De Gregori, ha lanciato messaggi rivelatisi profetici. Attuali tutt’oggi, a tal punto che, seppur sia venuto a mancare nel lontano 1981 a causa di un tragico incidente, episodio che suggella con delicatezza l’opera editoriale, è un po’ come sentirlo ancora canticchiare “se mai qualcuno capirà sarà senz’altro uno come me”. E, come per magia, grazie alla meticolosa semplicità di Persica, Rino Gaetano appare davanti agli occhi del lettore “chino sulla sua chitarra, con lo spirito imprigionato, in cerca di una rapida fuga, tra il desiderio di un futuro migliore e i giorni stanchi e misteriosi del presente”

 Articolo di Gabriella Cantafio Il Foglio 16 Marzo 2018

 

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