Così la pensa Geppetto

24 Gen 2016 | 0 commenti

 

 

GeppettoLa riccioluta Cirinnà, che di nome fa Monica, politica di lungo corso, già verde ora democratica, ha il suo momento di notorietà. Porta il suo nome il disegno di legge sulle unioni civili che si sta discutendo in questi giorni al Senato.  Stando ai sondaggi, l’opinione pubblica italiana è largamente favorevole al riconoscimento delle coppie omosessuali, con annessi diritti fra i conviventi. La Chiesa non ha mancato di farsi sentire, esprimendo la sua contrarietà. Già nel 2007 la questione venne presentata, ma Rosy Bindi, ministro della sanità e Romano Prodi, presidente del Consiglio, non la spuntarono. Finirono sotto il fuoco di fila orchestrato dal cardinale Ruini. Anche questa volta il cardinale si esprime sui quotidiani nazionali e ci va giù duro:  “Quella legge è inammissibile, la Chiesa si batte per i figli, devono avere padre e madre” L’ex capo della Cei che guidò il no alla fecondazione eterologa ribadisce: “Giusto dare diritti alle persone omosessuali, non alle coppie”. Giudicare inammissibile, come fa Ruini, un disegno di legge di una senatrice in uno Stato parlamentare è un po’ come farla fuori dal vaso; meglio sarebbe stato dire “sbagliata” per rientrare nella legittima libertà di espressione. Ma al cardinale, degnissima persona, possiamo perdonare. Non siamo nell’anno della misericordia?

La senatrice pd Monica Cirinnà

La senatrice pd Monica Cirinnà

Sulle unioni gay – già spiegava Ruini all’Huffington Post del 22/10/2014-: “non ho cambiato parere. È giusto tutelare i diritti di tutti; ma i veri diritti, non i diritti immaginari. Se c’è qualche diritto attualmente non tutelato che è giusto tutelare, e ne dubito, per farlo non c’è bisogno di riconoscere le coppie come tali; basta affermare i diritti dei singoli. Mi pare l’unico modo per non imboccare la strada che porta al matrimonio tra coppie dello stesso sesso”. Poco importa che si parli di unioni civili, e non di matrimonio. “Se il contenuto è molto simile, serve poco cambiare il nome del contenitore” .

Il cardinale Camillo Ruini

Il cardinale Camillo Ruini

Papa Francesco

Papa Francesco: “comunicare verità con misericordia, creare ponti non esclusioni”

Anche il Papa non ha mancato di esprimersi, ma con accenti diversi. Sull’Osservatore Romano di ieri, si legge: “Nel percorso sinodale sul tema della famiglia, che il Signore ci ha concesso di realizzare nei due anni scorsi, abbiamo potuto compiere, in spirito e stile di effettiva collegialità, un approfondito discernimento sapienziale, grazie al quale la Chiesa ha – tra l’altro – indicato al mondo che non può esserci confusione tra la famiglia voluta da Dio e ogni altro tipo di unione”. Giusto, coerente e rispettoso.

Io non sono fra coloro che accreditano o immaginano fantomatiche divisioni fra i capi della Chiesa. Sono solo due modi di esprimersi e di interpretare i nostri tempi che non toccano gli aspetti dottrinari, ma solo quelli pastorali.

Il cantante Elton John, col compagno e i figli adottati

Il cantante Elton John, col compagno e i figli adottati

Quindi, nonostante qualche “giapponese” post democristiano, la norma passerà, seppure annacquata in un linguaggio eufemistico che non toccherà la sostanza. Resta il nodo della possibilità per le unioni civili di potere adottare un figlio.

Ma, attenzione, chiariamo bene in premessa  questo punto: di quali figli si parla? Qui riprendo Ruini, molto chiaro nel merito. Domanda Paolo Rodari, che il 20 gennaio lo intervista per la Stampa di Torino:

D: La stepchild adoption è uno strumento di fatto già ammesso dalla legge 184. Perché non va bene? R:”Ma la legge 184 parla di adozioni compiute da coniugi, cioè da due persone di sesso diverso: tanto è vero che il disegno di legge Cirinnà propone di inserire nel testo della legge 184, dopo la parole coniuge, le parole “o dalla parte dell’unione civile tra persone dello stesso sesso”. È questo che non va bene. Metto inoltre in guardia da un equivoco: molti pensano che la stepchild adoption significhi che un partner può adottare il figlio che l’altro partner ha avuto in precedenza, quando era eterosessuale. Ma non è così: quel figlio non può essere adottato perché ha già due genitori. La stepchild adoption riguarda i figli avuti con l’utero in affitto, se i due partner sono uomini, o con la fecondazione eterologa, se sono donne.”

milano unioni civli

Piazza Duomo Milano-Manifestazione odierna in favore delle unioni civili

Utero in affitto e fecondazione eterologa, dunque. Non i figli naturali avuti in precedenti unioni, che hanno già un padre e una madre. Per la Chiesa la pratica dell’affitto e dell’eterologa non vanno bene e quindi  essa è contraria, anche perché teme che, come per la fecondazione eterologa ammessa alla Corte Costituzionale nel 2014, ciò preluda inevitabilmente ad aprire anche agli uteri in affitto.

unioni civili

Roma, 24 gennaio 2016: manifestazione per le Unioni civili

La vera domanda sul tappeto è perciò: siete contrari o no all’utero in affitto e alle tecniche di fecondazione eterologhe?  Quest’ultime, che pure qualche problema l’hanno creato, mi pare siano oramai entrate nella prassi medica e socialmente accettate dai più. Resta il tema spinoso dell’utero in affitto.

Donzelli

Ha scritto Gianpaolo Donzelli, esperto neonatologo ed opinionista  su La Repubblica fiorentina del 22 gennaio scorso:” …Quindi sì alla step-child adoption però entro limiti rigorosi: che esista (o sia esistita) una madre. Una madre, non una donna inseminata con l’ovulo comprato da un’altra in un paese che lo consente, fecondato con il seme dell’aspirante padre, e retribuita per la gravidanza e per il parto. Questa industria dei bambini cash&carry, nati da uteri in affitto, deve essere considerata una nuova forma di schiavitù e in quanto tale, non ammissibile.” Chiarito ciò, ognuno si formi il proprio convincimento.

 

 

 

 

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