GRAZIA E BELLEZZA SOLO NEL SILENZIO SI AVVERTONO, NEL MENTRE DEGRADANO E SI ALLONTANANO, LASCIANDO UN SUGGERIMENTO DI INFINITA GRAZIA, EVANESCENTE COME ARIA
La poesia di Alba Donati può avere riferimenti più locali ,il primo Pagliarani, Roversi: ma dietro ci senti le presidente del Gabinetto Vieusseuxvoci robuste di Lee Master, di Pavese, di Ginsberg e della Beat Generation, del grande Whitman, di quanti hanno mostrato che la poesia è l’energia linguistica e spirituale più forte che noi uomini possiamo conoscere. Giuseppe Conte, Il Secolo XIX, » |
« La bellezza visionaria, metafisica, oltre temporale, fatta sempre sprizzare dai materiali della realtà, da nomi, fatti, scorci di vicende, è il lascito maggiore di questa poesia.” Daniele Piccini, Letture » |
« Alba Donati possiede la cifra infrequente di una parola lirica, epica e proletaria, capace di evocare la sua Garfagnana aspra e luminosa, la sua repubblica dove un antico legame di pietà e di amore, ma anche di resistenza e di lotta, tiene insieme oscure esistenze Roberto Carifi, La Repubblica »
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Alba Donati (Lucca 1961) poetessa e presidente del prestigioso Gabinetto Vieusseux di Firenze, dove già lavorò Eugenio Montale.
Non so se queste citazione, tratte dal profilo di Alba Donati di Wikipedia, illustrano bene il modo di poetare di Alba. L’epica proletaria, il grande Whitman, boh.?.. Forse un po’ Pavese di Lavorare Stanca? E poi perchè occorre sempre riferirsi agli antenati, per quanto illustri? A me sembra che la sua sia una voce originale, ha un suo stile e un modo di vedere le cose che incuriosisce. Basta e avanza.
Di Alba Donati vi propongo una poesia, tratta dalla raccolta Portovenere, edita nel 2004 da Marietti, dal titolo
NON IN MIO NOME
Non essendo per noi possibile parlare
se non in questo silenzio della nostra casa
dentro l’acqua, quando tutti sono usciti
e si mostra in te la bellezza un poco alla volta
nel modo in cui desidera mostrarsi,
in queste pareti dove l’acqua trattiene alle finestre
le cattive notizie del mondo e le filtra
a noi già attese da tempo.
E cosi possiamo continuare il viaggio, quello stesso
che si diceva finito un giorno vicino al mare di Nervi.
Per questo ci siamo tornati, per vedere il suo degrado,
e se vi fosse un principio di crudeltà in quel suo perdersi
e quanto avesse perso di dolce e di lontano.
Ma persisteva, come d’altronde in noi,
un suggerimento di infinita grazia,
così vicina e stretta alla dimenticanza,
che se non fai silenzio non la vedi, nè la senti.
Adesso non è più d’acqua la nostra casa,
l’aria l’ha fatta sua e davvero come volle
si è sovvertito quel disegno che ci rendeva
immobili nella forma della vita.
Le immagini. In evidenza: Filippino Lippi, San Filippo che scaccia il drago, particolare delle armi (1494-1502) Chiesa Santa Maria Novella, Firenze.
Qui sopra: Filippo Brunelleschi, Cristo crocifisso, Cappella Strozzi (1408-1410), parete destra della chiesta di Santa Maria Novella, Firenze
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