Rileggendo Spoon River ho ripensato a Fernanda Pivano, scomparsa nel 2009 all’età di 92 anni, dopo una penosa malattia. La sua vita si intreccia subito con l’intellettualità piemontese: Primo Levi è suo compagno al liceo D’Azeglio, Cesare Pavese il loro insegnante di italiano. Si diploma in pianoforte al Conservatorio di Torino, poi si laurea in filosofia con Abbagnano. Sposa Ettore Sottsass, architetto di grido, marito infedele che le rende la vita tormentata. La sua opera di traduttrice resta ancora oggi insuperabile per le opere di quegli autori americani della beat generation, a lei così congeniali e ai quali si legò in vita di amicizia e per comunanza di ideali: Kerouac, Ginsberg, Ferlinghetti e altri.
Per ricordare i suoi ultimi anni ho voluto riportare una pagina, la 1529, del suo Diario 2007-2009, edito da Bombiani, nella quale Fernanda Pivano, con accenti amari, ci dice di sè e della sua vecchiaia, tracciando un ritratto di quegli anni gravidi di incertezze e di minacce per l’umanità.
Nella chiusura del brano, Fernanda Pivano si ricollega alle poesie di Spoon River di Edgard Lee Master, che ispirarono un album di canzoni al cantautore Fabrizio De Andrè e in particolare al Suonatore Jones: “Finì con i campi alle ortiche, finì con un flauto spezzato, e un ridere rauco, e ricordi tanti, e nemmeno un rimpianto”. Vivere i 90 anni come un gioco è viverli, appunto, senza rimpianti. Una parabola bella e struggente che pare abbia accomunato il cantautore genovese e la scrittrice, come due compagni di viaggio, come quelle anatre selvagge che vanno… vanno.. perché bisogna andare.
Il 4 settembre 2011 viene presentato alla 68ª Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia, nella sezione Controcampo italiano, il docufilm Pivano blues – Sulla strada di Nanda, con Fernanda Pivano e Abel Ferrara, Lorenzo Cherubini “Jovanotti”, Piero Pelù, Vasco Rossi, Francesco Guccini, Luciano Ligabue, Fabrizio De André, Dori Ghezzi, Marco Castoldi “Morgan”, Premiata Forneria Marconi, Vinicio Capossela, Jay McInerney, Erica Jong, Patti Smith, Lou Reed.
“..Ho sempre cercato di vivere di passioni e tutto questo non riporta solo alla disperazione dei miei anni, con le vene che non reggono alla pressione di una semplice iniezione. Ahimè. E’ difficile trovare il coraggio quando si sono superati e novant’anni, quando ti guardi intorno e ti senti perdente e sconfitta per avere lavorato una vita scrivendo esclusivamente in onore e in amore della non violenza e vedere il pianeta cosparso di sangue.
Ma c’è una cosa che mi fa sperare, che mi fa credere ancora nella pace, che mi dà la forza di aiutare i giovani. Credo che il mondo abbia voglia di ricominciare a sognare..
A questi ragazzi di diciotto anni che mi mandano le loro poesie, i loro racconti, i loro auguri e mi chiedono suggerimenti per superare le tragedie della vita non so cosa rispondere.
Ma per me questi giovani sono una grande, meravigliosa, consolazione. Il segno che qualcosa che io ho fatto ha lasciato un piccolo segno, un piccolo seme.
E allora dico loro di sperare. Di battersi per vivere in un mondo senza guerre… di sorridere senza rimorso di non avere aiutato nessuno.
Forse questo è il segreto per riuscire a sopravvivere anche a questa età. Forse è questo il segreto del vecchio suonatore Jones dello Spoon River caro alla mia giovinezza, che giocò con la vita per tutti i novant’anni”