RITIRO

14 Ott 2019 | 0 commenti

Si era ritirato dopo una vita laboriosa…. I puntini sospensivi sottointendono una frase davvero conclusiva, ma che per pudore non si dice e che, quindi, non si scrive: in attesa della morte.

C’è modo e modo di ritirarsi. Solitamente in campagna, meglio al mare o sulla riva di un lago. Si torna anche al paese lasciato da giovani, pieni di slancio e speranze, senza nemmeno voltarsi, i rimpianti semmai verranno dopo. Questi luoghi attraggono non di per sé stessi, ma per il peso che conservano nella nostra memoria, i ricordi confusi, le voci o i passi che sembrano ancora echeggiarvi. O ancora, per i profumi della campagna al mattino, l’ombrosa frescura della sera, il bagliore di un corpo o un profilo lontano.

Per alcuni, il ritiro giunge alla fine di una vita modesta. Consiste in una inerte contemplazione. Dietro i vetri i giorni si sfilacciano sempre uguali, fra lente passeggiate, qualche fugace visita. Per altri, orfani di una notorietà effimera o reduci da una vita di comando e di riveriti agi, la vita pare frantumarsi. Chiami col solito nome cose che sono irrimediabilmente diverse: gli stessi abiti, identici i riti, le stesse recite ma tramutate in apparenza. In questo mondo ovattato tutto è incerto, privo di significato, avulso a tal punto che senti che verrà spazzato via. Una vita sotto la cenere, che ha smarrito la sua essenza, direbbe Piero Chiara.

Piero Chiara

Piero Chiara, lo scrittore di Luino, del ritiro ne ha fatto un punto di ispirazione. I suoi personaggi sono per lo più ex industriali, in odore di fascismo o di massoneria, o commercianti che si sono arricchiti trafficando non si sa in che cosa, qualche alto ex-funzionario che ancora conserva una certa protervia. Attorno alle loro vite, uscite dal loro alveo per spiaggiarsi, si radunano figure improbabili, incerte, di oscura provenienza e senza destino. Piccolo universo provinciale che Chiara descrive con un’arguzia e un umorismo lieve quanto efficace.

Il senso di precarietà, la fugacità del momento, la follia dell’esistere, rendono malinconiche le sue pagine. E tale appare, al di là dei modi, il ritiro. Un’ultima tappa, che la calma lacustre, o il salso, o le vecchie mura di casa non rendono meno amara.       

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