LA RAMAZZA DI YANIS

LA RAMAZZA DI YANIS

YANIS VAROUFAKIS DICE LA SUA SU ITALIA E EUROPA: LE POLITICHE ECONOMICHE DELLA U.E. DANNEGGIANO L’ITALIA, BASTA VEDERE COME HANNO RIDOTTO LA GRECIA- DELUSO DEL MOVIMENTO 5S:HANNO PORTATO I VOTI AL FASCISTA SALVINI E FANNO LA STESSA RIDICOLA POLITICA DI RENZI- NON E’ QUESTIONE DI SPREED O DECIMALI, BISOGNA IMPORRE IL CAMBIO DEI TRATTATI. 

 

 

varoufakis a roma diem25

Yanis Varoufakis

L’economia italiana non è sostenibile all’interno delle politiche dell’Eurozona e la manovra del governo non riuscirà a rivitalizzarla: ogni sforzo è inutile senza una revisione completa delle politiche europee e del fiscal compact.

Ne è convinto Yanis Varoufakis, ex ministro delle Finanze greco e professore di economia all’Università di Atene, allontanato dal governo Tsipras per la sua dura opposizione al regime di austerità imposto dall’Europa per il salvataggio di Atene. A colloquio con Agi, Varoufakis ha spiegato perché rispetto alla sua battaglia contro Bruxelles, quella del governo giallo-verde è destinata a non cambiare nulla, ripetendo gli stessi errori “da bambino viziato” commessi dall’ex premier Matteo Renzi.

Il governo italiano ha deciso di sfidare Bruxelles trovando un accordo per una manovra espansiva, con un rapporto deficit/pil che sfora i parametri di bilancio dell’Ue. Servirà a rivitalizzare l’economia italiana?

“No, non credo sarà sufficiente a rivitalizzare l’economia italiana. Per farlo servirebbe un cambiamento più radicale a livello di Eurozona, compreso un programma di investimenti su larga scala e una revisione completa del Fiscal compact. Bisogna fermare il declino dei redditi medi”.

Cosa pensa dell’introduzione del reddito di cittadinanza e della flat tax? È ciò di cui l’Italia ha bisogno?

“L’economia italiana è complessa, potenzialmente forte e molto orientata all’esportazione, ma [il suo problema è che] non è sostenibile all’interno delle attuali architetture dell’Eurozona e delle sue politiche economiche. E poi, sinceramente: non c’è alcuna proposta di reddito di cittadinanza o di flat tax in questa manovra. Questi sono solo termini usati a scopo propagandistico.

Il Movimento 5 stelle ha voluto in realtà un reddito minimo, che è una realtà in buona parte dei paesi dell’Europa del nord, mentre la Lega ha proposto non una flat tax ma la riduzione delle tasse per chi ha redditi più alti e l’abolizione dell’aliquota media. Sono queste ‘riforme’ quello di cui l’economia Italiana ha bisogno?

Se da un lato il reddito minimo garantito è necessario per molte famiglie povere, e in qualche modo stimolerà l’economia, la riduzione delle tasse per i ricchi aumenterà le disuguaglianze senza fare molto per aumentare la spesa. Luci e ombre quindi, ma comunque non credo avranno un impatto sostanziale sui problemi dell’Italia all’interno dell’Eurozona”.

conte di maio salviniMolti ministri italiani dicono di volerla cambiare l’Europa, ma dall’interno: meno burocrati, più vicinanza ai cittadini. Non è un po’ la sua stessa idea di Ue?

“No, non lo è. Se il governo italiano volesse cambiare l’Europa in modo da favorire sia l’Italia che gli altri paesi, innanzitutto non dovrebbe ripetere il ridicolo errore di Renzi: ricorderete quando anche Renzi chiese che all’Italia fosse consentito di violare le regole del Fiscal compact, ma senza il coraggio di convocare il Consiglio europeo per ridiscuterne i contenuti. Questo governo sta adottando la stessa strategia da bimbo viziato di Renzi: non propone regole diverse, un nuovo patto, ma chiede che l’Italia possa violare le leggi attuali”.

Senza contare la questione delle quote dei migranti.

SALVINI MIGRANTI“Sono molto preoccupato per ciò che sta facendo il ministro Salvini, ovvero trattare gli esseri umani nel Mediterraneo come moneta di scambio con Bruxelles. Promuove una misantropia strategica, come tattica negoziale. Questo governo, per dirla senza mezzi termini, è un chiaro pericolo per la civiltà europea”.

Nel suo ultimo libro (Adulti nella stanza, la mia battaglia contro l’establishment dell’Europa, La nave di Teseo, luglio 2018) descrive quello che è successo in Grecia durante la crisi del debito come “un perverso esperimento di Bruxelles”. Molti a Bruxelles paventano un rischio Grecia anche per l’Italia. È d’accordo?

“No, per vostra fortuna. Certo, ci sono delle somiglianze, ma le differenze sono più grandi. L’Italia è troppo grande per essere inserita in un programma simile alla troika oppure essere minacciata con l’espulsione dall’Eurozona, dal momento che una simile minaccia si tradurrebbe nella fine dell’Euro”.

La Grecia è fuori dalla crisi, ha detto il consigliere europeo agli affari economici Moscovici lo scorso luglio. È vero? 

“Non lo è affatto. Lo stato greco, le banche, le famiglie e le imprese sono indebitate senza possibilità di ripagare i debiti. Tutti hanno debiti che non possono ripagare. L’aver accordato da parte delle autorità Ue la restituzione dei prestiti al 2032 (ritardandola di 10 anni, ndr), impone austerità e comporterà una crescita trascurabile dei redditi per rimborsare i debiti.

moscovici

Pierre Moscovici, francese, attuale responsabile agli affari economici della U.E.

Ma la vera tragedia in tutto questo è che, nel frattempo, i migliori e le menti più brillanti lasciano il Paese – una perdita di capitale umano insostituibile. La lezione da imparare da tutto questo è una, ed è triste: dopo tutto questo l’Ue non ha nemmeno pensato di discutere un modo per rendere sostenibile l’unione monetaria”.

A maggio ci saranno le elezioni europee. Lei si presenterà con un suo partito, Diem25, con un programma fortemente anti establishment e schiettamente di sinistra. Ha cercato una sponda in Italia?

“Ci sono milioni di italiani che sono ideologicamente vicini a Diem25. Lo scopriamo ogni giorno attraverso le nostre iniziative. Sì stiamo parlando con diversi partiti e movimenti. Quello che capiamo, però, è che il popolo italiano è stufo dei piccoli partiti da coalizione di sinistra senza un programma complessivo e coerente. Con Diem25 stiamo lavorando a creare un’unità autentica sulla base di un programma paneuropeo comune”.

Secondo molti esperti di politica, in Italia e in Europa, il Movimento 5 stelle è un po’ la nuova area di riferimento di chi vota a sinistra in Italia. Lei è d’accordo con quest’analisi?

“I 5 stelle hanno ottenuto molti voti a sinistra, da parte di chi non aveva altro da votare. Ma, sfortunatamente, il Movimento ha usato quei voti per consegnare il potere a Salvini che sta riportando un nuovo momento fascista in Italia e in Europa. Da questa prospettiva, credo che il M5s passerà alla storia come un partito reazionario”.

Che Europa si aspetta a maggio 2019, dopo le elezioni?

“Un’Europa cambiata, e cambierà con o senza di noi. Senza di noi, o con l’establishment o con i nuovi partiti nazionalisti e razzisti, sarà un’Europa reazionaria e impotente, esattamente come la vuole Donald Trump. Diem25 vuole ridare vita ad un’Europa umanista, che rigetti sia l’establishment dell’austerità che la destra xenofoba”.

Articolo di Arcangelo Rociola per https://www.agi.it

L’indecente tira e molla con la Grecia

L’indecente tira e molla con la Grecia

Yanis Varoufakis

Yanis Varoufakis

“Dal 2009 il deficit pubblico greco è stato ridotto di uno strabiliante 20 per cento, tanto da trasformare un ingente deficit in una grande eccedenza primaria strutturale. I salari si sono contratti del 37%, le pensioni anche del 48%. Il numero dei dipendenti statali è sceso del 30%, la spesa per i consumi del 33% e perfino il disavanzo delle partite correnti si è contratto del 16%”

Quanto precede è un estratto dell’intervista rilasciata dal ministro delle finanze  greco Yanis Varoukakis al The Itish Times e ripreso in Italia da Repubblica. Dati che dipingerebbero uno scenario greco assai diverso da quello che è stato rappresentato in questi ultimi mesi dalle autorità europee, e per molti versi clamoroso. Ma come stanno, dunque, veramente le cose? A chi dobbiamo credere?

Il ministro smentisce che la Grecia non abbia presentato proposte innovative rispetto al passato e  lamenta, inoltre, che esse  non arrivano sul tavolo dei colleghi ministri per via dell’ostruzionismo della burocrazie. Sembra, insomma, secondo Varoufakis, che ci sia una strategia per depistare, impantanare e rendere inconcludenti le trattative. Ma tutto ciò è veramente possibile? La capacità di governo di questi processi politici e delle relative decisioni in Europa è veramente così scadente, al limite del dilettantismo? C’è da avere paura al solo pensare che le sorti di intere economie e di milioni di europei possano essere affidate a non si sa chi e perché, che si possa arrivare a “decidere” qualcosa così per caso, nella più assoluta contraddittorietà dei dati e nella più completa disinformazione. Nel bene o nel male (lo vedremo già oggi e poi nel plenum dei capi di stato) non abbiamo diritto come cittadini di avere informazioni precise e condivise? Perché la stampa non denuncia questa opacità e comincia ad occuparsi di cose serie?

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